Tale of Gablenz: Rakotzbrücke, il ponte del diavolo

Rakotzbrücke, il ponte del diavolo

Road trip in Sassonia, tra rododendri e patti con il diavolo

Quando penso a luoghi ideali per un road trip perfetto, penso generalmente ai Paesi mediterranei – Italia, Spagna, Portogallo – o all’immancabile US route 66. L’immagine che ho in testa quando si parla di road trip è più o meno sempre la stessa: fazzoletto svolazzante in testa, grandi occhiali da sole, al volante di una fiammante macchina d’epoca – una vecchia Fiat 500 o una Cadillac azzurra, dipende. 

Oggi però mi trovo in Sassonia, per un nuovo tour nel cuore dell’Europa. L’immagine della tipa figa in Cadillac lascia il posto ad una ragazza ultra casual con coda alta e pantaloncino da trekking, alla guida di una Volkswagen noleggiata, in compagnia di amici, nel triangolo Berlino-Dresda-Lipsia

Le città sono abbastanza vicine tra loro quindi pianificare la rotta viene quasi spontaneo, se non fosse per un piccolo detour che ho espressamente richiesto ai miei amici in fase di programmazione itinerario: “Ragazzi dobbiamo passare per Gablenz”. Non potevo che aspettarmi facce disorientate. Gablenz, quasi al confine con la Polonia, per quale motivo dovremmo fermarci lì?

In realtà non è a Gablenz che voglio visitare, ma più precisamente il parco di Kromlau, il più grande parco di rododendri e azalee della Germania.

Arrivati al parco, l’atmosfera che si respira è surreale, sembra di essere in uno dei film del Signore degli Anelli, Frodo potrebbe sbucare da uno dei cespugli da un momento all’altro! A dirla tutta non sono neanche i rododendri e le azalee il motivo che mi ha spinto a modificare la rotta, ma il Rakotzbrücke meglio conosciuto come “il ponte del diavolo”.  

Il Rakotzbrücke è stato costruito nel 1860 su commissione del cavaliere Friedrich Hermann Rötschke, il quale mise a dura prova le abilità degli artigiani dell’epoca. Ci vollero ben 10 anni per realizzarlo! Il ponte è un’opera di pura ingegneria, caratterizzato da una complessa struttura a semicerchio. Grazie ad un arguto gioco ottico, il lago sottostante gli conferisce una forma perfettamente sferica. 

Secondo alcuni, la perfezione geometrica del ponte non può essere associata semplicemente all’ingegno umano, ma cela qualcosa di più oscuro. La leggenda narra che l’architetto del ponte abbia stipulato un patto con il diavolo per la realizzazione dell’opera. In cambio, l’uomo avrebbe ceduto l’anima del primo essere umano che lo avesse percorso. Ad opera compiuta, l’astuto architetto decise di aggirare il diavolo facendo passare per primo un cane e salvando così una vita umana.

Secondo un’altra leggenda, è possibile scorgere il volto stesso del diavolo osservando il cerchio da una determinata angolazione, a dimostrazione del fatto che il ponte è davvero il frutto di un patto con l’oscurità.

Infine, si dice che il ponte sia in realtà il portale di accesso per un altro mondo, un mondo parallelo.

Non so a quale delle tre leggende credere, ma quello che so è che l’atmosfera che si respira in questo posto è davvero surreale. Non è soltanto il ponte, ma la natura che lo circonda. Il verde, i fiori, il lago, le rocce, il silenzio. Adesso sí che i miei amici apprezzano questo cambio di rotta, per fortuna lo scenario è esattamente come nelle foto che ho visto su Instagram e che me ne hanno fatto innamorare! Ci rimettiamo in viaggio, prossima tappa Dresda, spero di trovare qualche storia da raccontarvi anche lí.

Come per ogni storia, mi perdo in pensieri “piú grandi”. Scendere al patto con il diavolo, ma riuscire a trovare una maniera per non sacrificare la vita altrui. È un po’ una metafora della vita. A volte ci spingiamo piú in là di quello che dovremmo/vorremmo, e faremmo “patti con il diavolo” per riuscire nei nostri obiettivi. Nonostante tutto, le anime nobili riescono a trovare la via per uscirne e non coinvolgere gli altri. 

Questa storia ha scatenato in me mille pensieri. A te è mai successo di scoprire leggende simili di uomini scesi a patto con il diavolo per raggiungere i loro obiettivi? Sì? Dai, condividila con me!

Suggerimenti di viaggio

Il parco di Kromlau è a 10 km dal confine con la Polonia e a 100 km da Dresda. Io ci sono stata a Giugno, quindi nel periodo primaverile/estivo. Ci sono però tantissime foto online che rivelano la bellezza e unicità di questo luogo in ogni stagione. 

Il parco può essere raggiunto anche con i mezzi pubblici, il mio consiglio è di andarci in macchina e inserirlo come un pit stop verso un’altra meta. Il parco è un po’ nel bel mezzo del niente, attivate Google Maps, ma preparatevi a perdervi se non avete un grande sesto senso e una bussola integrata nel vostro corpo – alcuni hanno questo dono, io assolutamente no.