Tale of Otranto: la leggenda della Torre del Serpe

La torre della Serpe Otranto

La storia della Torre del Serpe e del serpente che salvò la popolazione di Otranto dall’invasione Turca

Ancora sole, ancora mare, ancora Puglia!

Dopo aver visitato e scoperto la leggenda sulla Grotta della poesia e sulla spiaggia delle Due Sorelle, non potevo non scrivere della Torre del Serpe a Otranto!

Otranto è un piccolo paese che si affaccia sulla costa adriatica pugliese che negli anni ha catturato l’attenzione di migliaia e migliaia di turisti. Vanta un mare pazzesco e anche il paese è di una bellezza unica. È un piccolo borgo fortificato e, ancora oggi, si possono ammirare i resti delle mura che proteggevano la città dai nemici. Nel corso dei secoli, infatti, molti popoli hanno conquistato la città, lasciando un segno nell’arte, nella tradizione e nella cultura locale.

Girovagando vicino al castello, il mio compagno di viaggio Lorenzo, mi fa notare che il simbolo di Otranto, lo stemma, ritrae un serpente che avvolge una grande torre. È insolito vedere un serpente come protettore di una città, soprattutto perché il serpente, nella nostra tradizione, è un animale ostile, demoniaco. Più vicino al mondo degli inferi.

La storia mi incuriosisce.

Chiedo al mio amico se conoscesse il perché di questa scelta.

La spiegazione non tarda ad arrivare e, indovinate un po’? La storia dello stemma di Otranto è legata ad una leggenda!

La leggenda della Torre del Serpe

Tanto tempo fa, in quella che oggi è la città di Otranto, vi era un grosso serpente.

Il rettile non amava molto uscire alla luce del sole, preferiva girovagare di notte quando nessuno poteva vederlo.

A quell’epoca gli attacchi degli invasori erano molto frequenti, per questo vi erano le torri di perlustrazione con sentinelle sempre pronte a dare l’allarme per un eventuale invasione.

Il faro che illuminava il mare era alimentato da una fiamma che bruciava olio di oliva.

Il grosso serpente, per sfamarsi, faceva di tanto in tanto capolino sulla torre per trangugiare l’olio, finendo così col spegnere la fiamma che alimentava la torcia del faro.

Una notte, mentre le sentinelle erano assorte in un profondo sonno, il grosso rettile riuscì a farsi largo nella torre, raggiungendo il punto più alto dove vi era la fiamma. Mando giù, goccia dopo goccia, tutto l’olio destinato ad alimentare la luce del faro.

Il lume si spense facendo calare l’oscurità.

Bene, quella stessa notte le navi dei turchi erano dirette verso la città di Otranto

Non avendo punti di riferimento, ma solo il buio profondo della notte, scelsero di cambiare rotta.

La ghiottoneria del serpente si rivelò un atto salvifico per la città di Otranto!

Purtroppo però la sorte del serpente non tardò ad arrivare: la notte del 1480 i forestieri riuscirono ad arrivare in città, distruggendola e saccheggiandola. Il povero rettile restò ferito in un’imboscata alla torre. A vendicarlo ci pensò la sua compagna che, addolorata e furibonda, si arrampicò lungo la torre, avvolgendola e stringendola fino quasi a distruggerla. 

Tutt’ora la “Torre del Serpe” si presenta così: distrutta in parte, vuota e martoriata, memore degli orrori e dei saccheggi del tempo. Tutto intorno il paesaggio è spoglio, vuoto. È un monumento a quelle anime cadute durante le conquiste o inghiottite dal mare che cercano ancora una riva sulla quale riposare.

Inutile dirvi che dopo questa storia ho espresso il desiderio di visitare la torre.

Prima però, voglio continuare a girovagare per il borgo. La vicinanza col mare è terapeutica, nonostante nel corso della storia questo significasse non sentirsi mai completamente al sicuro.

Eppure uomini e donne sono rimasti lì, imperterriti, a proteggere ciò che consideravano “casa”. 

Effettivamente, guardando oggi la bellezza di questa terra, non posso che dare ragione a quelle popolazioni.

Suggerimenti di Viaggio

Otranto è una città affascinante, ricca di storia, arte e cultura. Si fa presto a restarne completamente catturati. Il castello che si erge con una forza gentile sul mare, il porto che dolcemente entra in città e i colori del mare e del cielo, rendono questo borgo un vero e proprio capolavoro.

Se decidete di fare un salto qui dovete assolutamente vedere:

  • Il centro storico che è un intersecarsi di viuzze. Le case bianche a la pietra viva, rendono questo luogo veramente speciale,
  • Il Castello Aragonese di Otranto, che è stato costruito a difesa della città, dopo l’invasione dei turchi che l’avevano governata per circa un secolo,
  • La Cattedrale di Otranto al cui interno ci sono le ossa di oltre 800 martiri dall’invasione turca.

Se riuscite a spostarvi vi consiglierei di visitare:

  • La cava di bauxite, antica miniera di bauxite dismessa, famosa soprattutto sui social per il colore rossastro delle terra.
  • La Baia dei Turchi la spiaggia dove probabilmente sbarcò l’armata turca nel 1480. La baia ha una spiaggia bianca protetta dalla pineta e scogliere di tufo a delimitarla.
  • Laghi Alimini, riserva naturale composta da due laghi: uno salato l’uno e dolce. Inoltre, all’interno della riserva, vedrete una lingua di sabbia che divide i due ecosistemi.

E tu? Conosci una storia simile?! Scrivimi qui! Sarò felice di scoprire la tua storia!

Lascia un commento